Le notizie storiche su questa chiesa sono veramente poche ed imprecise.

Alla fine degli anni 60, lo studioso Antonio Penna, autore del saggio “La Chiesa di Santa Eufemia in Specchia” (1995- Schena editore), si fece promotore di un importante lavoro di riscoperta della chiesa. I lavori di restauro durarono alcuni anni e nel 1981 vennero consegnate le chiavi della chiesa a Don Rosario Stasi, Parroco di Specchia. La chiesa è stata restituita al culto, dopo due secoli di dimenticanza, come dice nel suo libro orgogliosamente Antonio Penna. Inoltre, lo studioso indaga nella storia religiosa, culturale ed artistica del Basso Salento, per coglierne i rapporti con l’oriente bizantino.

Eufemia era nata nel III secolo a Calcedonia, oggi Kadikoy, colonia megarese fondata nel 647 a.C. e posta di fronte a Bisanzio, sulle coste dell’Asia Minore. Durante la persecuzione di Diocleziano, fu condannata come cristiana e morì martire nel 307. Da quel momento il culto della santa si diffuse in tutto l’Oriente e soprattutto a Costantinopoli. Nel 451, l’Imperatore Marciano e la moglie Pulcheria convocarono il Concilio di Calcedonia per combattere le eresie di Di oscuro, Eutiche e Nestorio. I 630 vescovi presenti condannarono tali eresie e invocarono come garante Santa Eufemia, che apparve al Patriarca di Costantinopoli nell’atto di porgergli la professione cattolica e tenendo sotto i piedi quella eretica. In seguito alle lotte iconoclaste scatenate da Leone III l’Isaurico (717-740), le reliquie di S.Eufemia, conservate nella più antica delle quattro basiliche a lei dedicate a Costantinopoli, furono trasferite in un luogo più sicuro.

Nel 731, il Papa Gregorio III faceva proclamare dal Sinodo romano la legittimità del culto delle immagini sacre e, a seguito di ciò, l’Imperatore ordinava il sequestro dei beni della chiesa nei territori bizantini in Italia e ne sottoponeva le diocesi a Costantinopoli, come avvenne per Otranto. Per le lacerazioni interne del mondo bizantino, un gran numero di monaci basiliani, ma anche di semplici cristiani, abbandonarono l’Oriente e si rifugiarono sulle coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia. Da quell’esodo sorge nel Salento tutta una serie di cripte e laure genericamente definite basiliane.

Anche a Specchia c’è la Chiesa della Madonna del Passo, un tempo laura basiliana, a circa un kilometro dalla chiesa di S.Eufemia. Santa Eufemia non è però una cripta basiliana, ma una chiesa sub divo e non può essere stata costruita in questo periodo ma in un tempo successivo. Il periodo delle catacombe terminò quando l’Imperatrice Irene, per tentare una riconciliazione tra Oriente ed Occidente, indusse il Papa Adriano I a convocare il Concilio di Costantinopoli e poi di Nicea, dove venne riaffermata la dottrina ortodossa del culto delle immagini sacre. L’Imperatrice Irene ordinò che le reliquie della santa fossero portate a Costantinopoli (796) e da quel momento cominciò a diffondersi il suo culto. Come poi questo culto sia giunto in Occidente ed in particolare a Specchia non ci è dato di sapere, anche se lo studioso Antonio Penna immagina che la devozione per Santa Eufemia sia stata portata da noi da qualche mercante o pellegrino, od anche sacerdote che dall’Oriente si rifugiò nel Salento.

Per quanto riguarda il Casale di Grassano, il cui nome, scomparso anche dal ricordo popolare, è riportato nel Catasto Onciario di Terra d’Otranto del 1755, fino ad una ventina di anni fa l’assetto urbanistico del territorio era ancora ben conservato come dimostrano numerosi reperti archeologici, venuti alla luce in una campagna di scavi del 1987. Nel VI secolo, Giustiniano inviò il Generale Bellisario per liberare l’Italia, ed il Salento divenne cruento campo di battaglia che vide avvicendarsi Goti, Franchi, Alemanni e Bizantini. Grassano venne abbandonato e distrutto e gli abitanti vennero dispersi ; molti si rifugiarono nella vicina Specchia e l’artigianato della terracotta continuò a Lucugnano. Dopo l’avvento dei Normanni, con un periodo di relativa tranquillità, Grassano si ripopola ma non ritorna più all’importanza che aveva precedentemente.

Nel 796, con il trasferimento delle reliquie di S.Eufemia a Costantinopoli per ordine dell’Imperatrice Irene, nel Salento sorgono chiese sub divo, come quella di Specchia, costruita sicuramente in una delle due date, 875 e 877, in cui Carlo il Calvo, su invito di Papa Giovanni VIII, venne nel Salento e si scontrò con i Mori presso Veretum, dove a tradimento venne ucciso il generale francese Giminiano, poi sepolto nelle Centopietre di Patù.Sdegnati da tale infamia, i Cristiani attaccarono i Mori e li misero in fuga, il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista. “Dopo un millennio quindi dalla sua fondazione”, dice Antonio Penna, “la chiesa ritorna al culto: un brandello del medioevo rivive in un remoto angolo dell’estremo Salento”.

La Chiesa di Santa Eufemia: Com’è adesso e … com’era …

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