SPECCHIA, TRA ORIENTE ED OCCIDENTE: IL MISTERO DEI TEMPLARI PASSA ANCHE DA QUI!

Curiosita’ sulla Chiesa di Santa Eufemia

Che Specchia fosse un paese ricco di storia e di antiche tradizioni lo sapevamo tutti e che ci fossero tanti edifici storici di notevole pregio artistico e storico ce n’eravamo accorti; ma che addirittura dal nostro colle fossero passati i Templari e che avessero lasciato qualche traccia del loro passaggio chi lo avrebbe mai detto?
Fantasie? Coincidenze? Supposizioni dettate da suggestioni cinematografiche? Forse, ma sta di fatto che a Specchia c’è un’antica chiesa dall’aspetto dimesso e poco vistoso, immersa nel verde e unico frammento di un passato misterioso e quasi oscuro: la chiesa di Sant’Eufemia.

L’interessamento per questo edificio è nato dopo aver seguito in tv un paio di puntate di “Corti di Cronaca”, trasmesse su Rete 4 il sabato sera e riguardanti la presenza continua dei Templari nel centro della Basilicata e in tutto il Sud d’Italia ed, in particolare, il mistero che circonda la cattedrale di Acerenza, grandiosa testimonianza di costruzione religioso-esoterica.
Qualche giorno dopo, curiosando su internet è venuta fuori una insolita cosa sul culto di Santa Eufemia e sull’adorazione delle sue reliquie ed, in particolare, sui custodi delle stesse.
A quanto pare Santa Eufemia nacque a Calcedonia, l’attuale Kadikoy, una città di fronte a Costantinopoli. La donna subì il martirio il 16 settembre dell’anno 303 o 304, durante la persecuzione anticristiana indetta dall’Imperatore romano Diocleziano e, qualche tempo dopo, sul luogo della sua sepoltura fu edificata una basilica.

Nel VII secolo a causa dell’occupazione dei Persiani di Calcedonia, il corpo della Santa sarebbe stato trasportato a Costantinopoli, dove le fu dedicata una basilica le sue reliquie sarebbero rimaste fino al IX secolo. Secondo una tradizione, successivamente le reliquie della santa sarebbero state buttate in mare per ordine di un Imperatore ed esse avrebbero raggiunto, nel luglio dell’anno 800 la spiaggia di Rovino in Istria. Nel XIII secolo, il corpo della vergine era conservato in Terra Santa dall’Ordine dei Templari nel castello di Athlit (o Castel Pellegrino), ed esposto alla devozione dei pellegrini che vi facevano tappa prima di arrivare a Gerusalemme.

Nel 1291, dopo la caduta del Regno Cristiano a Gerusalemme, il Gran Comandante della Terra Santa, detto Maestro Generale del Tempio dai cavalieri crociati, si imbarcò per Cipro, portando con sé gli Statuti dell’Ordine, i vasi sacri e le reliquie dei santi martiri. Dopo la soppressione dei Templari, le reliquie, come la maggior parte dei beni mobili ed immobili, passarono in eredità ai Cavalieri di San Giovanni, i quali le trasferirono a Rodi e, in seguito, nell’Italia Meridionale. Ma già dal IV secolo, il corpo della Santa era smembrato in più frammenti che si trovano in varie città: a Costantinopoli, a Rovigno, a Piacenza, a Castel Pellegrino, a Cipro, a Malta, a Santa Eufemia Vetere in Calabria, a Irsina in Basilicata ed, in fine, a Tricase e Specchia nel Salento.

Nel Salento, nella periferia di Tricase, dove i Templari possedevano la mansione di Santa Maria del Tempio, esiste una antica chiesa dedicata a Santa Eufemia che conserva un frammento di tessuto osseo appartenuto al cranio o al bacino della martire.

E a Specchia? Vicino al paese, sorge la nostra piccola chiesa di Sant’Eufemia della quale non si hanno molte notizie certe né sulla sua costruzione né sulla presenza in essa di spoglie della stessa Santa. Non sappiamo se una parte del corpo della Santa sia passato di qui e non sappiamo da chi fu costruita la chiesa; di certo faceva parte di quella cinquina di edifici sacri sparsi nei dintorni del paese e officiati al rito greco-bizantino, dunque di chiara provenienza orientale. Ma sarebbe plausibile parlare della presenza di qualche cavaliere templare dalle nostre parti?

Sul capitello della bifora della facciata principale (foto accanto) è scolpita una croce templare inserita in un cerchio, simbolo di eternità, per indicare che l’idea del Tempio non morirà mai; inoltre, nel piccolo cimitero sito intorno alla chiesa di San Nicola (appartenente alle cinque di rito greco) sono stati trovati piccoli frammenti di perle ed altri elementi di origine orientale, oltre ai resti di corpi di uomini di alta statura attorniati da residui di borchie: erano forse dei soldati morti nello scontro del 1434-35 che vide la disfatta della fortezza ad opera del Caldora che scese dal Nord per espugnare e sottomettere il nostro paese o appartenevano ad altri personaggi? E la lastra tombale conservata nella Chiesa Madre e un tempo collocata presso il convento dei Francescani Neri a quale tomba di cavaliere appartiene?
Di sicuro sappiamo che Specchia era un luogo di passaggio tra Oriente ed Occidente ed era una sorta di tappa forzata nel cammino che portava a Bari e nel resto d’Italia, ma anche a Gerusalemme e in Turchia da dove tornò, ad esempio, il corpo di San Nicola.

Può essere allora che i Cavalieri del Santo Sepolcro, o coloro che li seguivano in pellegrinaggio o con intenti di guerra, siano passati di qui e che abbiano lasciato tracce e testimonianze che attendono di essere riscoperte?
Difficile dirlo, oppure facile se fosse possibile avere notizie in merito più precise o, magari, avere testimonianze materiali dirette che molto spesso vengono ritrovate, studiate e poi disperse e dimenticate in qualche polveroso archivio o trascurato deposito provinciale, anziché essere trattate con la cura ed esposte ad un pubblico sempre crescente di turisti che vorrebbe saperne di più sul nostro paese e sulla nostra storia.

Riferimenti IRSINA.NET

Fonte Notizia: Massimo Rimini

www.specchia.it