Mercoledi 7 luglio 2021 presentazione del volume “Appartenere alla storia. Studi in memoria di Valentino De Luca”

Si terrà, mercoledi 7 luglio 2021, la presentazione del volume “Appartenere alla storia. Studi in memoria di Valentino De Luca”, a cura di Mario Spedicato e Paolo Vincenti (Giorgiani Editore 2021). 

Introdurrà  Mario Spedicato (Unisalento e presidente SSPP di Lecce). Interverranno  Salvatore Coppola (Società di Storia Patria per la Puglia), Giancarlo Vallone (Università del Salento) e concluderà Paolo Vincenti (Società di Storia Patria per la Puglia). La presentazione avrà luogo presso il cortile del convitto Palmieri a Lecce, nel pieno rispetto delle norme anticovid.

Scrive Domenico Urgesi nel profilo bio-bibliografico:

“Valentino De Luca (Lecce, 14 febbraio 1946 – Monza, 6 luglio 2019) si laureò nel 1975 presso l’Università degli Studi di Lecce, con una tesi in Storia dell’Arte.
Ha prestato la sua attività professionale presso la stessa Università, in qualità di Bibliotecario, dal 1972 al 2010. Vi ha svolto vari incarichi, tra cui quello di riordinare la Biblioteca dell’Istituto di Storia medievale e moderna della Facoltà di Lettere e Filosofia, di responsabile del Settore Periodici della Biblioteca del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali, e dei nuovi inventari della stessa, del riordino dei periodici e del Settore “Salentini” della Biblioteca Interfacoltà. Quale esperto di biblioteche ha tenuto numerose relazioni sul tema della “Valorizzazione e conservazione dei beni librari”.

Studioso attento ed appassionato, di lui si traccia nel libro un ritratto a 360 gradi grazie alla penna di amici e colleghi che  ne hanno apprezzato le doti professionali ed umane. Nel libro inoltre trova spazio una sezione di studi dedicati al rapporto fra la Grande Guerra ed il Salento, tema a lungo esplorato, nella sua attività di ricerca, proprio dal dedicatario del libro.

PREFAZIONE

Chi ha conosciuto Valentino De Luca non ha avuto difficoltà a capire di trovarsi di fronte ad uno studioso ricco di passione civica e ostinato nella cura del dettaglio. Non amava il lavoro approssimativo. Nella ricerca storica non si fermava mai a metà strada. Andava sempre in fondo, sino a procurarsi anche qualche immeritata ostilità. Proprio per questa ostinazione nel conseguire approdi certi e solidi gli dobbiamo molto, in modo particolare per l’impegno profuso nella riscoperta e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico-monumentale della città di Lecce.

Bibliotecario per molti anni all’Università del Salento, presso la Biblioteca Interfacoltà “Teodoro Pellegrino”, ispettore onorario ministeriale per la Conservazione dei monumenti e degli oggetti d’arte per il Comune di Lecce, il suo profilo bio-bibliografico va interamente riscostruito e divulgato. Uomo dal fluido eloquio e pronto a spendersi per le cause nelle quali credeva, rigoroso nell’interpretazione delle fonti storiche, ma sempre aperto al confronto con la comunità scientifica, privo di pregiudizi, ma inflessibile nel difendere le risultanze delle sue ricerche, non ha mai abbandonato la via dell’approfondimento per perfezionare, con revisioni talvolta anche profonde, il non trascurabile lavoro editoriale prodotto nel corso della sua vita. Meriti che vanno segnalati e riconosciuti per avvicinarsi allo studioso con animo grato.

La Società di Storia Patria di Lecce non poteva esimersi dal ricordarlo, per tramandare la memoria e per promuovere le meritorie ricerche condotte in settori poco esplorati dalla recente storiografia. La sua è stata una testimonianza non solo di grande spessore intellettuale ma anche di alto valore morale, un’eredità che Valentino consegna a tutti noi, protesi come lui a ricostruire pagine obliate dalla memoria collettiva. Nel volume di studi in suo ricordo, trovano posto prima di tutto la testimonianza della moglie, Giovanna Bascià, che tratteggia un profilo appena abbozzato, diremmo quasi in punta di penna, del compagno anzitempo perduto. A seguire, con taglio diverso, il ritratto delineato da Domenico Urgesi, che è non solo partecipe omaggio all’amico e sodale di studi, ma anche agile per-corso per conoscere interessi, passioni, attività e opere del compianto biblioteca-rio. Figura poliedrica, per tanti versi, presente nel tessuto culturale, politico e sociale del capoluogo salentino, Valentino De Luca ha lasciato una forte impronta nell’ambito della ricerca sui combattenti leccesi della Grande Guerra, contribuendo alla segnalazione di numerosi Caduti non riportati nel noto monumento del Maccagnani di Piazza Italia. Così come notevole è stato il suo lavoro di rassegna di monumenti ed epigrafi di Lecce, quale patrimonio da divulgare alle gene-razioni successive, assieme alla ricostruzione degli eventi drammatici vissuti dalla comunità leccese nel secondo dopoguerra. Abbiamo intitolato la prima sezione del libro Tributo di affetto per Valentino De Luca e qui sono presenti le testimo-

nianze di Maurizio Nocera, Eugenio Imbriani, Pompeo Maritati, Giuliana Coppola e Marcello Seclì, i quali hanno con lui percorso un lungo tratto di cammino comune. Dopo questa sezione del libro si apre quella che abbiamo voluto dedicare al tema del rapporto fra la Grande Guerra ed il Salento. La scelta non è casuale, intanto perché a questa tematica Valentino ha dedicato le ultime ed approfondite pubblicazioni (quasi un testamento spirituale), la sua acribia storica e i suoi sforzi in molti anni di indefessa ricerca. Inoltre, questo tema ha caratterizzato un grande fervore di studi della Società Storia Patria di Lecce, a partire dalla ricorrenza dei Cento Anni dall’inizio del conflitto, nel 2014, continuando con le celebrazioni del 2018, con utili approfondimenti ancora nel 2019 e nel 2020. I risultati di una meticolosa e appassionata indagine sul campo da parte di alcuni esponenti del nostro sodalizio culturale hanno trovato approdo in densi volumi pubblicati all’interno delle nostre collane. Sia in questa sede consentito citare almeno quelle iniziative che ci hanno visto personalmente coinvolti, come il numero tematico de «L’Idomeneo» del 2014 (Il Salento e la Grande Guerra), il volume curato da Giuseppe Caramuscio e Luciano Graziuso, Sguardi discreti sulla Grande Guerra. L’album del tenente Luciano Graziuso (Lecce, Edizioni Grifo) e quello curato da Giuseppe Caramuscio e Luigi Montonato, Ripensare la Grande Guerra. Idee per rinarrare un conflitto obliato (Lecce, Edizioni Grifo), entrambi del 2016, il libro di Salva-tore Coppola, Pane!…. Pace! Il grido di protesta delle donne salentine negli anni della Grande Guerra (Giorgiani, 2017), il numero de «L’Idomeneo» del 2018 (“La Grande Guerra e i vent’anni de L’Idomeneo”), e ancora il volume Storia e storie della Grande Guerra Istituzioni, società, immaginario dalla Nazione alla Terra d’Otranto, a cura di Mario Spedicato e Paolo Vincenti (Novoli, Argomenti Edizioni) del 2020 e il più recente L’officina del sentimento. Gesti voci segni di donne in Terra d’Otranto tra Grande Guerra e fascismo, a cura di Giuseppe Caramuscio (Castiglione, Giorgiani Editore) del 2021.

Per restare all’articolazione dei contributi presenti nel volume, ristretti al tema della Grande Guerra, per onorare al meglio il lavoro di ricerca di Valentino De Luca, si è voluto partire nella seconda sezione da Il Salento e la Prima Guerra Mondiale: nuovi approdi storiografici, una amplissima rassegna della recente produzione storiografica esperita nel Salento negli ultimi anni. Su un piano più generale, vengono anzitutto messi a fuoco alcuni nodi problematici, quali l’analisi an-cora da approfondire sui temi della propaganda con relative ricadute sui contenuti dei testi scolastici e del rapporto guerra-società negli ambiti periferici d’Italia. Si sottolinea poi la rilevanza del dibattito tuttora aperto sulla “inevitabilità” della guerra, tragico incastro di caso e necessità, nel quale le diplomazie dei vari paesi in conflitto non seppero garantire mediazioni in grado di evitare lo scontro armato, sottovalutato nella sua entità e reale insostenibilità. Si rileva la necessità, sotto il profilo metodologico, di porre “domande nuove alle fonti vecchie”, cui deve seguire la disamina di altra documentazione tra cui le cosiddette fonti minori, il ri-corso alle quali ha permesso di estendere la ricerca con risultati di indubbio

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